Vuelta a España 2019, Philippe Gilbert entusiasta: “Questa tappa resterà nella storia, in 17 anni da prof non avevo mai visto niente del genere”

Vittoria speciale per Philippe Gilbert alla Vuelta a España 2019. Non solo perché rappresenta la sua doppietta nella corsa iberica dopo l’esclusione dal Tour de France, proiettandolo in ottime condizioni fisiche e mentali verso il Mondiale di Yorkshire, ma la giornata odierna è una tappa destinata a restare negli annali del ciclismo. 220 chilometri di corsa praticamente sempre a tutta, per una media finale di 50 km/h che ben rappresenta gli sforzi e le fatiche dei corridori che si sono dati battaglia vera sin dal chilometro zero. A vincere dunque il capitano della Deceuninck – QuickStep, la squadra che forse più di tutte ha fatto la differenza, partecipando con sette uomini all’attacco di giornata partito sin dal primo chilometro.

Per me è una vittoria speciale – commenta ai nostri microfoni dopo il traguardo – È stato uno sforzo violento sin da subito e penso che questa tappa resterà nella storia per come la abbiamo corsa, a ritmo folle sin dalla partenza. La fuga è partita prima del primo chilometro. È stata una corsa velocissima e noi, che eravamo in sette, abbiamo fatto qualcosa di incredibile. Ci siamo dati morale a vicenda ed era qualcosa di entusiasmante. Ad un certo punto in pianura superavamo i 70 km/h, in 17 anni da professionista non ho mai visto niente del genere”.

Ago di bilancia di una corsa che ha visto coinvolti anche gli uomini di classifica è stata proprio la formazione belga, che praticamente al completo si è inserita nel tentativo di giornata. Con anche James Knox ben posizionato in classifica (risalito così in ottava posizione) la squadra più vincente degli ultimi anni non ha esitato e ha corso offensiva senza mai voltarsi e fare troppi calcoli, consapevole della propria forza e superiorità numerica.

“Oggi avevamo una doppia motivazione e più soluzioni – commenta – Con Knox puntavamo alla classifica, sapevamo che Zdenek Stybar poteva cercare di anticipare mentre io volevo aspettare la volata. Per noi è stata una tattica perfetta nel finale. Quando è partito Stybar gli Ineos hanno lavorato per ricucire, poi Bennett non aveva scelta e doveva partire da lontano, quindi per me è stato perfetto. Mi bastava seguirlo e così ho fatto”.

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